Potere calorifico pellet: cos’è e perchè è importante

Come si misura il potere calorifico del pellet e quali sono i suoi vantaggi? Il combustibile ecologico ha acquisito una fama sempre crescente negli ultimi anni in virtù dei suoi bassi valori di emissione, del risparmio energetico che comporta durante il periodo invernale e della sua facilità di utilizzo nelle stufe o caldaie a biomassa. Prima di scendere maggiormente nel dettaglio, abbiamo deciso di aprire una breve panoramica illustrativa in merito alle caratteristiche di qualità dell’impianto termico più green e a zero waste: cosa significa? Il pellet permette di sfruttare il principio naturale del calore come surriscaldamento del legno che brucia. Non solo in questo modo si può riutilizzare lo scarto lavorativo per impiegarlo come combustibile di ottima qualità, ma si può anche contare su un fedele alleato in grado di creare un riscaldamento immediato in tutti gli ambienti della tua casa. Ma cosa bisogna tenere a mente al momento dell’acquisto del pellet? Quali sono le tipologie che consentono di ottenere i risultati migliori? Ecco cosa abbiamo sintetizzato per te in questo articolo.

Pellet e potere calorifero: tutto quello che devi sapere per scegliere il prodotto migliore

Il pellet si ottiene comprimendo – attraverso un processo di natura meccanica e industriale – la segatura del legno; i risultati sono dei piccoli cilindretti del diametro di massimo 6-8 millimetri che vengono venduti in confezioni di oltre 15 chilogrammi, al fine di alimentare le stufe o le caldaie a biomassa. La fortuna di questo metodo di riciclo si deve all’ottimizzazione degli scarti industriali che – se in precedenza erano soliti essere eliminati – ora hanno modo di contare su un metodo di riuso del 100%.

In ogni caso, scegliere un pellet di qualità è il primo passo con cui massimizzare la resa della tua caldaia, senza dimenticare la combustione e il calore che ne deriva. La tipologia di alimentazione naturale dotata di maggiore resa termica si aggira intorno ai 5,2 Kw/Kg. Cosa significa questo nello specifico? Il potere calorifico viene indicato – assieme al tasso di umidità – su ogni pacco di pellet, indipendentemente dalla tipologia di legno da cui esso è stato costituito (faggio, abete, misto abete faggio, austriaco, canadese o americano sono i principali.)

Tre sono le caratteristiche da tenere a mente per valutare l’effettiva performances della tua scelta:

  • il tasso di cenere che viene emesso a seguito della combustione: è auspicabile che esso sia il più basso possibile, al fine di ridurre il fastidio di dover costantemente svuotare il contenitore a seguito dell’utilizzo;
  • l’effettiva potenza calorica: ad esempio, il pellet di faggio oscilla fra i 4,7-4,9 KWh/Kg, il pellet faggio-abete presenta una resa calorifica di 5 KWh/Kg ed il pellet di abete circa del 5-5,2 KWh/Kg, con un costo un po’ più alto rispetto agli altri prodotti;
  • la presenza del bollino normativo: nella confezione devono essere presenti le certificazioni di qualità ENplus, Din Plus, DIN 51731 e O-NORM M7135.

Vantaggi del pellet: come scegliere la soluzione più adatta alle tue esigenze?

Il costo contenuto, gli innegabili vantaggi sull’ambiente e la riduzione di emissioni ambientali: il pellet può sembrare una soluzione economicamente più esosa nell’immediato, ma consente di limitare il costo del riscaldamento con il trascorrere del tempo. Contare su prodotti di qualità, infatti, è il primo passo con cui mantenere pulita la propria stufa nel passare degli anni, senza bisogno di manutenzione o riparazione alcuna.

L’alimentazione a pellet è ideale per quanti vivono in una piccola casa – in appartamento o in condominio – ovvero in una serie di situazioni in cui c’è necessità di riscaldare l’ambiente domestico senza coprire una metratura molto vasta. Ottimizzare le risorse energetiche naturali – limitando la produzione di altri combustibili – è un fattore aggiunto al proprio portafoglio: il costo di un sacco di pellet si aggira fra i 4,5 euro e i 5,5 euro, con una massimizzazione del riscaldamento che può davvero fare la differenza per le famiglie o per quanti abbiano un monolocale metropolitano non eccessivamente grande. La garanzia di elevate prestazioni, infatti, permette di aumentare l’autonomia del carico senza preoccuparsi del termine del combustibile. Un sistema di automatizzazione getta in maniera indipendente gli scarti del riscaldamento nella camera di combustione: in questo modo è possibile decidere fin da subito l’intensità di calore che si vuole dare all’ambiente, senza mantenere la caldaia accesa più del necessario.

In altre parole, per quale motivo è importante valutare il potere calorifico del pellet? Comprendere la tipologia di legno che si impiega nella propria caldaia è il primo step con cui scegliere il combustibile che meglio si adatta alle tue esigenze domestiche. Fra le alternative più apprezzate non può mancare la materia prima a base di abete, il quale si presenta con una colorazione molto chiara, la più comune da trovare nelle rivendite di buona qualità. In alternativa, la maggior parte del pellet che viene acquistato nelle catene di grande distribuzione presenta un mix di scarti di origine naturale – come la segatura di mais – che permette di garantire una resa calorifica sicuramente più bassa, ma in grado di produrre un basso quantitativo di cenere.

In conclusione, non resta che tenere a mente i pochi e semplici consigli che abbiamo voluto sintetizzare in questo articolo: scegliere con cura la tipologia di combustibile che si decide di usare in casa, infatti, è importante per salvaguardare l’ambiente e abbattere le spese di riscaldamento nel lungo periodo.